lunedì 9 settembre 2013

....un Ritorno,un Arrivo.

Voleva urlarlo, lei, quanto stava bene con lui. 
Uscita da casa sua, voleva dirlo al tizio che buttava la spazzatura, a quella signora alla finestra intenta a spiare, al gatto senza padrone, alla foglia secca che svolazzava rosseggiando i suoi passi.. 
Voleva dirlo al sedile della sua vecchia auto , che però già aveva intuito... La postura non mente, l'odore grida il nome di chi ti ha racchiuso per ore ..e lei lo sapeva. 
Voleva urlarlo x strada mentre guidava, voleva cantarlo sulla pubblicità alla radio.. Voleva,
ma non lo faceva.
Mai. 
Perché uscita da quella porta lo strascico di pensieri le facevano un po da filo di Arianna.. Anche se non ne aveva bisogno.. : Lei sapeva come tornare .
 Sempre. 
Voleva urlare tutta questa bellezza dalla quale di sentiva infradiciata.. Ma no. Non lo faceva. 
 I caldi pensieri che portava con se riempivano la mancanza di tutto quell' infinito che aveva avuto tra le mani fino a pochi attimi prima. Il rischio era, nel rompere il silenzio, di sentire la troppa sofferenza dell assenza.. 
Allora guidava, zitta, gelosa del suo segreto, ancora col suo sapore in bocca, bocca sorridente. Piu su, capelli scompigliati, a camuffare un pensiero fin troppo chiaro e ordinato. Il suo pensiero costante. Perenne.. Potente.
 ".. . Vorrei gridare al mondo quanto sto bene con te. Ma lo terrò blindato tra i pensieri, tra le mani, tra le gambe. Che poi di segreto ha ben poco..Vero? Non c'è una cellula del mio corpo che non abbia già capito.
Che quelle labbra potrebbero nutrirmi per sempre, e quelle braccia contenermi per intero anche quando mi sento a pezzi. 
Che la tua voce non ha un suono rinchiudibile in una sola scala sonora e che i tuoi occhi mi graffiano potentemente anche quando sono distanti. 
Non lo voglio definire, non lo voglio limitare in una parola. Voglio respirarlo, inalarlo, farlo mio... Sempre che sia possibile sia più mio di così. 
Voglio semplicemente stare a guardare e non muovere un dito se non per spostare il ciuffo dagli occhi che tenta di limitare la visuale. " 
Così facendo, ripetendo come un mantra la carrellata di sensazioni che l'avevano invasa a pioggia, giunse a casa. 
Non era la stessa che ne era partita... O forse si. Mai stata così" lei". 
Spudorata in ciò che sentiva, pudica pensando a ciò che ancora bramava. 
 La macchina la osservava mentre la portiera chiudendosi fece un rumore diverso dal solito. Come se non chiudesse un piccolo mondo al suo interno ma delimitasse un nuovo mondo fuori. 
E allora ecco... Non rimaneva che incalzare il passo. E il ritornello continuava, imbrattato da un inesorabile sorriso. 
Passo-parola-passo-parola-passo.
 "Vorrei. Gridare. Al mondo. Quanto. Sto. Bene. Con. Te. "


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